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L'Opera lirica su Francesco D'Assisi

La prima opera lirica italiana dedicata a Francesco d'Assisi andrà in scena sabato prossimo alle 21,00 al Teatro Verdi di Firenze. L'opera è stata scritta da Orio Odori su libretto di Daniele Bacci, con la regia di Manu Lalli ed "è nata dalla voglia di coniugare il lavoro di ricerca di nuovi linguaggi - hanno spiegato gli organizzatori - con la riscoperta del melodramma come momento collettivo e popolare ma anche dalla necessità di interrogarsi sull'attualità di Francesco e sul suo originale modo di affrontare il difficilissimo rapporto fra fedi religiose diverse".
Francesco d’Assisi è una nuova opera lirica che vuole riscoprire, in un orizzonte aperto all'incontro delle culture, la vocazione popolare e allo stesso tempo colta del melodramma.

Uno degli obiettivi che hanno portato alla scelta di realizzare un'opera lirica su Francesco è quello di coniugare il lavoro di ricerca di nuovi linguaggi espressivi che tentino la fusione di musica, parola e immagine e che tengano conto della creolizzazione della nostra società con la riscoperta della forza di un possibile melodramma contemporaneo. Per questo è nato il progetto di un'opera lirica "su strada", creata da una rete di soggetti che condividono stili di lavoro e idealità, linguaggi sperimentali ma comunicativi, spazi non convenzionali.

Musicista dalle mille risorse, secondo Neri Pollastri in All Abaut Jazz,  “il clarinettista e compositore Orio Odori, dopo le esperienze di Harmonia Ensemble e di Banda Improvvisa (clicca qui per leggere la recensione del disco più recente, Lesamoré), approda all’esperienza più ardita per un compositore - l’opera lirica. Ci arriva a modo suo, con un'opera su un grande personaggio della storia e della spiritualità - S.Francesco d’Assisi - cioè con un tema volutamente “difficile”, e tuttavia risolto con grande semplicità, grazie anche al lavoro del librettista Daniele Bacci, che ha scelto un modo abbastanza particolare di rappresentarne la vita: una riflessione a posteriori del Santo, ormai prossimo alla morte, condotta per quadri e flashback, discontinui ma fortemente evocativi.

Dal punto di vista letterario, afferma Pollastri,  “l'opera include numerosi significati simbolici che rinviano ad un'interpretazione ben marcata della figura di Francesco: il suo rapporto con Chiara, la delusione alla fine della vita per gli esiti del suo movimento, ma soprattutto la stridente distanza dalla figura del Papa - che invita alla guerra, mentre Francesco rilancia il messaggio evangelico di conciliazione - ne esaltano l’originalità, il radicamento popolare, la critica alle istituzioni a favore dei rapporti umani. Tutto quanto rende, in altre parole, oggi Francesco una figura particolarmente attuale”.

“Dal punto di vista musicale, il lavoro mescola classicità e ispirazione popolare, con l’aggiunta di atmosfere minimaliste, come era da attendersi conoscendo Odori (che, oltre alle sue esperienze bandistiche, ha suonato Roger Eno e Gavin Bryars ed ha lavorato con Stalteri). Originale la scelta di ridurre l'organico strumentale (due violini, due violoncelli, viola, contrabbasso, flauto, arpa, oboe, clarinetto, fagotto, tromba, trombone e percussioni), accostando ad esso un coro di notevoli proporzioni. Forse anche per questo il lavoro tocca i suoi vertici musicali nei numerosi momenti corali e nei quadri di gruppo, dove cattura e persuade, creando momenti di grande coinvolgimento. Viceversa, sono apparsi un po’ deboli i duetti, specie quelli tra i pur bravi protagonisti Juan Possidente (Francesco) e Patrizia Cigna (Chiara), quasi statiche declamazioni accompagnate, non pienamente integrate con il clima del resto della musica”.