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La bellezza

Definire la bellezza con un’unica frase è riduttivo, diciamo pure impossibile. Chiunque si trovi, per un qualsiasi motivo, a rispondere al quesito“cos’è per te la bellezza?”, darà un’interpretazione personale e, come tale, valida. Ogni dizionario offre la sua descrizione del termine, aprendo lo Zingarelli 2021, sotto il vocabolo che ci interessa leggiamo: “qualità di ciò che è bello”; “armonia e perfezione formale”; “qualità di ciò che è bello o che tale appare ai sensi e allo spirito” ecc.), senza dimenticare che la parola “bellezza” assume significati diversi in base al contesto.

Possiamo introdurre l’argomento della bellezza parlando di Narciso: un mito assai famoso che si avvicina ai giorni nostri.

Narciso, contemplando in una fonte la sua bellezza, chinatosi per bere, si innamorò perdutamente del suo riflesso visto nell’acqua. Il giovane resosi conto che quel riflesso era il suo e che, quindi, era un amore impossibile, si lasciò morire. Le Naiadi e le Driadi, quando andarono a prendere il suo corpo, trovarono solo il fiore Narciso.

Per definire Narciso nel nostro presente, dobbiamo innanzitutto capire come intendiamo la nostra società contemporanea. 

Oggi noi viviamo in una società basata sull'immagine, che ci costringe ad apparire in maniera costante, a livello superficiale piuttosto che a livello introspettivo. Le persone, in generale, tendono a palesare sempre più atteggiamenti fortemente esibizionistici: vale più il pensiero e la moda globale piuttosto che quello che ci rappresenta. Credo che la bellezza possa essere sia un vanto e piacere per una persona, che una potenziale arma distruttiva, in quanto totalmente soggettiva.

Nell’ultimo secolo il concetto di bellezza ha subito enormi cambiamenti, pensiamo alle opere d’arte e a come, nel corso dei secoli, la figura femminile sia cambiata nelle sue forme e proporzioni: la bellezza non è un dato assoluto ma cambia e si evolve nel tempo. Soffermiamoci sul dipinto della nascita della Venere, di Sandro Botticelli: l'artista che ha dipinto questa tela è vissuto in Italia alla fine del 1400, e nella sua carriera ha dipinto quadri caratterizzati da protagonisti con capelli folti e mossi e che nel corso degli anni sarebbero diventati famosissimi.

La protagonista della tela, non è altro che Venere, la dea greca e romana della bellezza. Si trova adagiata su una grande conchiglia, in quanto, moltissimi secoli fa, due entità che governavano il mondo, Urano e Gea si unirono per dare vita ad una stirpe. Urano, per paura di perdere popolarità, decise di rinchiudere tutti i suoi figli nelle viscere di Gea, quest'ultima decise di prendere una netta decisione, poiché troppo disgustata dalle azioni del marito. Gea darà a suo figlio una felce, con la quale dovrà colpire Urano, così da evirarlo. I genitali di Urano caddero in mare e si unirono alla schiuma, giungendo così fino all'isola di Cipro. Da questa unione nasce la dea Venere.

Possiamo notare la forma fisica della Venere, totalmente distante dagli standard dei nostri giorni: il corpo non è completamente magro e il corpo non rassodato. Nonostante ciò, la Venere era ritenuta il non plu ultra della bellezza, dea indiscutibile,iconica e paradigmatica. Un altro esempio non distante è la Monna Lisa Gherardini, rappresenta forse la moglie del commerciante fiorentino Francesco del Giocondo.

Vasari scrisse che la Gioconda era bellissima, e che Leonardo, per dipingerla, avevesse contattato musicisti, cantanti e buffoni, affinché la facessero sorridere. In sintonia con i canoni della moda rinascimentale, la giovine ha depilate le sopracciglia e parte dei capelli appena sopra la fronte, il petto stretto da un busto e il velo, che le avvolge i capelli.

Leonardo da Vinci segnò delle vere e proprie regole per quanto riguarda la perfezione di un volto: gli occhi devono avere la stessa larghezza, che risponde alla lunghezza della base del naso e devono essere a metà rispetto all'altezza complessiva della testa. La larghezza della bocca, a riposo, equivale invece alla distanza fra le due iridi e la parte superiore del padiglione auricolare deve trovarsi all'altezza delle sopracciglia, mentre il lobo si trova più o meno in linea con la punta del naso.

Io mi occupo di estetica e secondo queste regole, alcune persone, potrebbero avere la fronte troppo alta e gli occhi stretti e troppo vicini. Se ognuno di noi provasse a verificare le regole su di sé noterebbe che non tutto corrisponde a ciò che dice Leonardo, poiché non siamo perfetti e sono quelle stesse irregolarità a renderci unici e a darci un fascino particolare.

A tal punto, date queste irregolarità caratteristiche, invece di camuffarle con il trucco, sarebbe più opportuno valorizzarle  per dare maggior carattere al volto. Non preoccupatevi quindi se i vostri parametri non corrispondono alle regole di Leonardo, perché i difetti ci rendono unici a modo nostro, e la chirurgia estetica, spesso, può provocare solo danni. Personalmente definirei “bello” un essere buono, educato ed impegnato a salvare il nostro mondo, capace di intendere e di volere, consapevole che la propria libertà termina quando inizia quella altrui.

Concludendo credo che la frase dell’autore russo Dostoevskij “La bellezza salverà il mondo” sia una delle affermazioni che meglio descrivono ciò che si dovrebbe preservare e difendere, poiché solo difendendo il nostro patrimonio potremo continuare a dirla e a sostenerla, ma nel momento in cui accetteremo passivamente compromessi e deturpamenti della nostra cultura, non potremo fare altro che assistere al nostro declino. Nell’epoca nella quale ci troviamo a vivere, ove alla cultura prevale il disinteresse, al valore della conservazione prevalgono abbandono e decadenza, frasi come quella di Dostoevskij dovrebbero essere affisse per le strade, pubblicate su giornali e poste in apertura dei telegiornali, al fine di diffondere una maggiore consapevolezza di ciò che davvero è l’unica arma contro il progressivo declino della nostra società: la cultura. Il concetto di cultura in se presuppone qualcosa di Bello, quella bellezza che secondo il nobile principe russo sarà l’unico fattore che lo porterà in un certo senso ad un riscatto rispetto la condizione nella quale si è trovato a causa di qualche malfattore. Ecco il motivo per il quale si deve ritornare ad un’autentica rivalutazione dei classici e si deve continuare ad educare le giovani e mature menti al “bello”. La bellezza, astrazione che di per sé contiene una gran mole di significati, ma che si sostanzia in ciò che garantisce l’identità del nostro Paese, e di tutte le culture del Mondo, attraverso le diverse manifestazioni artistiche. Basti pensare che lo scrittore russo per creare il personaggio de “L’idiota”, che viene assimilato per varie ragioni in particolare di integrità morale al Gesù Cristiano, prende ispirazione dall’opera del pittore tedesco umanista Hans Holbein, ed in particolare al meraviglioso dipinto denominato “Il corpo di Cristo morto nella tomba” del 1521.

Testi consultati:

• Eco, Ù. Storia della bellezza. Milano: Garzanti, 2016; 

• Mancuso, V.  La via della bellezza. Milano: Garzanti, 2018;

• Dostoexskij, L’idiota. Milano: Mondadori, 2014

Giulia Bozzaotra
Sacile (italia)
email: giulia.bozzaotra04@gmail.com

Prof. Alessio Lodes
Pordenone (italia)
email: prof_biblio_lodesal@yahoo.com