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La lezione è in classe, non sul monitor di un computer

La lezione è in classe, non sul monitor di un computer... lezioni presenziali e reali.

Chi poteva immaginarlo fino a poco tempo fa?

Oddio, se dovessimo andare a riguardare la Delibera del Consiglio dei Ministri datata 31 Gennaio 2020, forse…

Lo scenario è questo: ci troviamo in una situazione che non ha precedenti, sicuramente dal punto di vista sanitario, soprattutto dal punto di vista economico e, naturalmente, anche dal punto di vista scolastico.

La didattica a distanza è il tema centrale degli ultimi giorni. I docenti sono divisi: favorevoli da una parte e assolutamente contrari dall’altra. 

Che tale didattica presenti sicuramente evidenti limiti (in particolare il limite nel processo di apprendimento dovuto alla sua dimensione individuale e virtuale ampiamente discusso dagli esperti, l’amplificazione degli svantaggi socioculturali, ma anche tanto altro…) è  assolutamente certo.

Ed è altrettanto certo anche che la sua efficacia sarà minima (quasi nulla…) a causa di una mancata e specifica progettazione a monte che risulta, a mio avviso, condizione NECESSARIA e SUFFICIENTE affinché il teorema abbia senso. Insomma, improvvisare serve a poco.

Ma se è corretto asserire che tutte le attività di didattica a distanza sono volontarie e non possano essere imposte, è corretto affermare che non esiste un vero modello che possa andar bene per tutti.

Sostanzialmente credo che l’attuazione di tale didattica sia diventata, soprattutto un “quid” che dovrebbe andare ben oltre i noti OBBLIGHI CONTRATTUALI.

La questione fondamentale è la seguente: in un momento così complicato non solo possiamo essere una straordinaria risorsa sociale ma abbiamo anche l’opportunità di riconquistare parte di quel ruolo fondamentale e autorevole che da decenni ormai ci è stato tolto, strappato.

Ma al di là di tutte le considerazioni espresse in precedenza, c’è una questione che mi preoccupa ancor più della crisi generalizzata derivante dal Coronavirus.

È evidente che tecnologie varie & didattiche digitali possano sicuramente migliorare l’offerta formativa della scuola e/o l’acquisizione delle tanto conclamate competenze ma, al tempo stesso, sono sempre più convinto del fatto che non potranno mai sostituirsi alla relazione educativa che si crea all’interno delle aule, tra le mura della scuola e in presenza di docenti e studenti in carne e ossa. Interazione reale (e non virtuale) tra esseri umani.

E se è vero che l’errore (che in tanti fanno) è quello di pensare che questo tipo di didattica possa, in questo momento, risolvere qualsiasi problema (clamorosa utopia!!!) è errore ancor più grave, IMPERDONABILE, quello di pensare che una didattica di questo tipo possa sostituirsi completamente e perennemente alla cosiddetta didattica tradizionale che si realizza, da sempre, in un luogo fisico, materico.

Non mi stancherò mai di continuare a credere che la scuola sia una comunità viva, reale (e non virtuale) e che non dovrà mai “smaterializzarsi” perché qualcuno (chiaramente per interessi diversi e multipli…) un bel giorno stabilirà che una società moderna che guarda al futuro… per essere tale, non avrà più bisogno di edifici scolastici e classi reali ma di edifici scolastici e classi virtuali (restando comodamente a casa…).

Ma siamo sicuri che la società che abbiamo creato stia andando nella giusta direzione??? Se c’è una cosa che amo in particolare dell’uomo è il suo saper “essere umano…”.

A proposito, una società evoluta che guarda al futuro… per essere tale, non avrà nemmeno più bisogno di insegnanti in carne e ossa. Infatti immagino sappiate che, in diverse parti del mondo, già esistono docenti i robot.

Vi lascio con un quesito: ma si estingueranno prima i docenti o prima gli esseri umani?

Indubitabilmente è cambiato il “luogo” della rappresentazione didattica e forse sta mutando la stessa narrazione della didattica che quotidianamente siamo chiamati a scrivere. L’incontro fisico con “l’altro” è stato praticamente azzerato nelle sue forme tradizionali, le relazioni sociali “faccia a faccia” mutate radicalmente, l’impossibilità di interazioni in presenza hanno modificato lo scenario.

Dobbiamo riassaporare l’umanità, giacché i ragazzi  si stanno già abituando al proprio banco individuale, nella rassicurante solitudine della loro “camera-mondo”.

La mia tesi con molta soddisfazione e’ sostenuta anche dalla prestigiosa Accademia della Crusca, che afferma come la scuola sia un’aula, non un video e chiede che si torni al più presto in classe

Sarebbe poi auspicabile che sulla riapertura delle scuole si facciano investimenti massicci, riconoscendo per prima cosa che quella delle aule-pollaio è stata una scelta sconsiderata.

I difetti dell’insegnamento a distanza sono: l’impossibilità di verificare con immediatezza la risposta e il grado comprensione dei discenti, la difficoltà di calcolare la lunghezza e la distribuzione delle fasi di docenza. L’aula è un luogo fantastico, caldo, dove gesti e parole si modulano attraverso la reazione dei presenti. Con le videolezioni ci giochiamo tutto: il docente che gira tra i banchi e magari ti guarda fisso negli occhi, gli aspetti interattivi corporei, la maturazione graduale del pensiero e del linguaggio, ciò che abbiamo appreso dalla prossemica.

Infine anche se è meritevole la distribuzione di tablet alle famiglie povere, non tutti i genitori sono in grado di affiancare i ragazzi, di mettere a disposizione buone connessioni e stanze in cui potersi concentrare. Giusto quindi integrare l’insegnamento col web, ma il web nella scuola ed universita’ non può diventare dominante. La pressione dei tecno-fanatici è forte, ancora di più quella di chi pensa di vendere, veneree, vendere tablet e computer.

In conclusione pertanto non assecondiamo la convinzione, forse gradita in ambienti solo commercialmente interessati, che la scuola possa essere un video e non un’aula: significherebbe solo una sconfitta irreparabile.

Bibliografia:

Fornei, G. Come mantenere viva l’attenzione in aula: 17 consigli pratici per gestire al meglio una classe e coinvolgere i ragazzi. Milano, Einaudi, 2018;

Milano, I. L’arte di insegnare. Consigli pratici per gli insegnanti di oggi. Milano: Vallardi, 2014.

Prof. Alessio Lodes

Pordenone (italia)

Email: prof_biblio_lodesal@yahoo.com