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Albertone, o mais italiano dos italianos

Alberto Sordi é o ator que melhor representa o espírito italiano. Pelo menos, esse foi o resultado de uma pesquisa realizada pela Sociedade Dante Alighieri, através de seu site. O ator, conhecido como Albertone, conquistou 15% das preferência, deixando em segundo lugar o legendário apaixonado Marcello Mastroianni, com 11%.

Em terceiro lugar, ficou a eterna diva Sofia Loren, com 10% das preferência, vindo a seguir Roberto Benigni, com 8,5%. No quinto lugar, outra musa do cinema, Gina Lollobrigida, com 8%, seguida por Anna Magnani, 7,5%; Vittorio Gassman, 7%; Totò, 6,5% e Vittorio De Sica, com 6%.

Os países que registraram mais acessos e participação na pesquisa foram a Argentina, Suíça, França, Brasil, Grécia e México.

Mais de meio século de cinema

Alberto Sordi, nascido em Roma em 1920, morreu em 25 de fevereiro de 2003, após sofrer um ataque cardíaco.Iniciou sua carreira artística aos 19 anos como dublador do comediante Oliver Hardy (da dupla O Gordo e o Magro). Após este primeiro trabalho, ele participou de programas de rádio e de algumas peças teatrais, mas foi no cinema que alcançou o estrelato.

Sordi atuou em cerca de 160 filmes ao longo de mais de 50 anos em frente às câmeras. Em sua filmografia, destacam-se Il Conte Max (1957, dirigido por Giorgio Bianchi), La Grande Guerra (1959, de Mario Monicelli, considerada uma das melhores comédias italianas), O Melhor dos Inimigos (1961, comédia sobre a 2ª. Guerra Mundial, com David Niven) e I Complessi (1965, de Dino Risi, outra popular produção italiana).

Outros trabalhos de Sordi envolveram colaborações com diretores renomados, como Federico Fellini (em The White Sheik, 1952, e Os Boas-Vidas, 1953), e Ettore Scola (Perdidos na África, de 1968, e A História de um Jovem Homem Pobre, de 1995).

Mesmo sendo considerado um dos reis da comédia italiana, Sordi chegou a se arriscar em papéis dramáticos. O mais notável foi em Un Borghese Piccolo Piccolo (1977), onde ele interpretou um homem de meia-idade que decide vingar a morte de seu filho.

Sordi recebeu o Leão de Ouro pelo conjunto de sua obra no Festival de Veneza de 1995. Seu último filme foi lançado em 1998: Incontri Proibiti, comédia dirigida, escrita e protagonizada por ele mesmo.

Em junho de 1999, quando completou 80 anos, Sordi foi nomeado prefeito honorário de Roma por um dia.

È Alberto Sordi l'attore italiano più rappresentativo

Alberto Sordi  è l'attore che meglio rappresenta lo spirito degli italiani. Il sondaggio proposto a utenti italiani e stranieri dalla Società Dante Alighieri sul sito www.ladante.it lascia pochi dubbi: il 15% delle preferenze è andato al celebre "Albertone", che ha staccato Marcello Mastroianni (11%), seguito da Sofia Loren (10%) e Roberto Benigni (8,5%).

Al quinto posto Gina Lollobrigida (8%), seguita da Anna Magnani (7,5%), Vittorio Gassman (7%), Totò (6,5%) e Vittorio De Sica (6%). In coda alla classifica Franca Valeri, Titina e Peppino De Filippo con lo 0,5%. Gli accessi più numerosi si sono registrati da Argentina, Svizzera, Francia, Brasile, Grecia e Messico.

La graduatoria totale è sempre visibile sul portale della "Dante", che offre anche l'opportunità di consultare i risultati finali di tutti i sondaggi precedenti, dai monumenti più ammirati ai personaggi della letteratura più significativi fino alle parole italiane più amate.

Attore e regista. Nato a Roma nel 1920.
Figlio di un direttore d'orchestra, il trasteverino Sordi affrontò sin dal 1936 diversi campi dello spettacolo: fantasista, comparsa in alcuni film, imitatore da avanspettacolo, boy di rivista, doppiatore (aveva vinto il concorso della MGM come doppiatore di Oliver Hardy).

Nel 1942 diventò, per un vero colpo di fortuna, il protagonista de I tre aquilotti, di Mario Mattoli, a fianco di Leonardo Cortese. Affermatosi definitivamente nel mondo, allora fulgido, del teatro leggero proprio nei duri anni della guerra, intrattenne serrati rapporti con il cinema, ma ancora poveri di soddisfazioni. Nel 1947 esordì alla radio, dove in soli tre anni si impose all'interesse entusiastico degli ascoltatori; i personaggi-guida delle sue trasmissioni (dal Signor Dice a Mario Pio, dal Compagnuccio della parrocchietta al Conte Claro), delinearono il primo abbozzo di quello che rimarrà per anni un marchio di fabbrica: un giovanotto petulante, catastrofico, ingenuo nella sostanza, ma involontariamente maligno nella forma, che da un lato recupera i toni lunari di un certo giornalismo umoristico, e dall'altro esercita un'acutissima capacità di percezione deformante sulla realtà romanesco-italiota che lo circonda.

Il suo primo film da vero protagonista fu diretto da Roberto Savarese con il titolo Mamma mia, che impressione!, e fu accolto freddamente (alla sua uscita, nel 1951) dalla critica e dal pubblico. Nello stesso anno, però, Fellini -che lo conosceva da tempo e ne aveva intuito le straordinarie potenzialità-, lo scelse per la parte del gaglioffo divo di fotoromanzi de Lo sceicco bianco.

Nel 1953 uscirono altri due film destinati a esercitare un influsso importantissimo nella carriera dell'attore: I vitelloni, di Fellini, e Un giorno in pretura di Steno, il cui personaggio Moriconi Fernando, detto l"americano", segnò una svolta decisiva nel cinema italiano di costume. A metà del decennio, Sordi divenne un mattatore del box-office e la critica iniziò a occuparsi della dimensione insieme tragica e ridicola della sua maschera.

Dal 1954, inoltre, Rodolfo Sonego divenne suo sceneggiatore di fiducia: un sodalizio di incredibile affiatamento, che continuerà a funzionare negli oltre 100 film segnati dalla presenza di Albertone, tutt'ora capofila (insieme a Gassmann e prima di Tognazzi e Manfredi) dei cosiddetti Mostri della commedia all'italiana. Un genere che conobbe il suo apogeo nella metà degli anni '60, quando inventiva degli sceneggiatori, tempestività e "occhio" dei registi e versatilità scatenata -appunto- dei divi comici, produssero un repertorio di eroi piccolo-borghesi di emblematica negatività, e una serie di congegni caricaturali d'inimitabile forza satirica.

Sordi firmò con il suo professionismo addirittura pedante (oltre che col travolgente carisma fisiognomico) quasi tutti gli esiti più graffianti e grotteschi di quella stagione: da La Grande guerra (1959) a Tutti a casa (1960), da Il vigile (1960) a Una vita difficile (1961), da Mafioso (1962) a I complessi (1965), da Detenuto in attesa di giudizio (1971) a Lo scopone scientifico (1972). Nel 1966 licenziò il suo primo film da regista, l'ottimo Fumo di Londra, in cui riusciva a limare l'esuberanza del proprio personaggio e a "circoscriverla" in un alone di inedito struggimento esistenzial-generazionale. Negli altri film successivamente -e abbastanza regolarmente- diretti, non è invece riuscito a rinnovare il macchiettismo del clichè e ad andare al di là di un umorismo di routine.

Un problema che si è riproposto più spesso negli ultimi anni della sua più che trionfale carriera (punteggiata, tra l'alòtro, da un'infinità di riconoscimenti nazionali e internazionali), dai Nuovi mostri (1977) in poi: sin troppo padrone di uno smisurato talento, Sordi ha perso via via le rappresentative "doti" di fondo -la vigliaccheria e il cinismo, il provincialismo e l'utopismo, la cialtroneria e il patetismo-, per rifugiarsi in un equivoco, e poco divertente, pedagogismo benpensante.

Considerazione doverosa che oscura solo marginalmente la figura più colossale di un'epoca d'oro del nostro cinema. Come ha ampiamente riaffermato Storia di un italiano, realizzato da Sordi per la RAI a partire dal 1980, il collage di sequenze tratte dai film da lui interpretati, che ricostituisce un'ideale storia dei valori e dei costumi dell'italiano medio dall'inizio del Novecento ad oggi.

Altri film: -1954 Il seduttore. -1956 Mi permette babbo! -1957 Il conte Max. -1959 I magliari; Brevi amori a Palma di Maiorca. -1960 Gastone. -1961 Il giudizio universale. -1968 Il medico della mutua. -1969 Nell'anno del Signore. -1973 Polvere di stelle. -1977 Un borghese piccolo piccolo. -1978 Dove vai in vacanza? -1981 Il marnchese del Grillo. -1984 Il tassinaro; Tutti dentro. -1986 Troppo forte.

Muore Martedì 25 febbraio 2003 l'affetto è grandissimo e migliaia di persone corrono a vederlo.(Altervista)