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Tribunal italiano suspende decreto da maconha

Exatamente no dia destinado à Jornada Internacional do Consumidor, o Tribunal Administrativo -Tar de Lazio atendeu uma proposição da associação dos consumidores Codacons, suspendendo o decreto governamental que ampliava de 500 para 1.000 miligramas  a quantidade de maconha tolerada para uso pessoal. O decreto Turco, uma alusão à ministra da Saúde  Lívia Turco, que tomou a iniciativa de apresentar a matéria, impedia que o portador não sofresse sanções administrativas ou fosse preso.

Em vigor desde o final do ano passado, o decreto Turco causou muita polêmica. Para alguns membros da oposição, o governo estaria querendo adotar uma política de mais drogas para todos. Já Dom Antonio Mazzi, da prestigiada Fundação Exodus, que trabalha na reabilitação dos jovens, considerou que a medida não resolveria, em nenhum aspecto, o problema da dependência das drogas.

À época, a ministra, em nota, destacou que os jovens não deveriam ser vítimas de procedimentos penais por terem fumado um baseado.

A Justiça destacou, em sua posição, que a lei "non conferisca al decreto un potere politico di scelta in ordine all'individuazione dei limiti massimi delle sostanze stupefacenti o psicotrope che possono essere detenute senza incorrere nelle sanzione penali". Ainda conforma o Tar de Lazio, l"a scelta effettuata con il decreto impugnato non risulta supportata da alcuna istruttoria tecnica che giustifichi il raddoppio del parametro moltiplicatore.

Em nota, a ministra da Saúde anunciou que, embora respeite,  irá recorrer da sentença porque acreditar que são infundadas as suas motivações:

"Al contrario di quanto sostiene il Tar del Lazio, infatti, la legge Fini-Giovanardi, nell’ambito della quale ho emanato a novembre il  decreto di revisione della quantità massima detenibile di cannabis oltre la quale sono previste sanzioni penali, non offre al Ministro della Salute alcun criterio tecnico per determinare tale quantità.

La stessa Commissione scientifica, insediata dall’allora Ministro Storace per determinare i quantitativi di sostanze stupefacenti ai fini della prescrizione delle sanzioni, concluse i suoi lavori segnalando l’impossibilità di una valutazione tecnica che fosse sostitutiva della decisione politica. E ciò proprio in riferimento alla determinazione delle quantità massime detenibili senza incorrere in sanzioni penali.

La decisione spetta al Ministro, sostennero allora i tecnici nominati da Storace.
Da ciò si deduce che, qualora anche il Consiglio di Stato dovesse confermare gli orientamenti del Tar, si potrebbe ritenere annullabile anche il vecchio decreto “Berlusconi-Storace”, rendendo di fatto inapplicabile la stessa legge Fini-Giovanardi alla quale mi sono strettamente attenuta nella formulazione del nuovo decreto.

Penso comunque che, al di là di questi aspetti giurisprudenziali, c’è la forte necessità di una profonda revisione di quella legge. Serve una nuova normativa per le tossicodipendenze che riaffronti globalmente metodi e scopi della lotta alla droga, facendo prevalere nei confronti dei tossicodipendenti gli aspetti della prevenzione, della cura e della riabilitazione rispetto a quelli repressivi.

Su questa linea darò il mio contributo al ddl in via di definizione da parte del Governo, e annuncio sin d’ora il mio impegno a potenziare servizi e strutture per la prevenzione e l’educazione sanitaria contro tutte le droghe, con particolare attenzione ai giovani.
Su questi temi, in vista della definizione di un nuovo Piano nazionale di prevenzione e lotta alle dipendenze, si svolgerà una Conferenza nazionale a Roma il prossimo 7 maggio, dove saranno chiamati a dare il proprio contributo tutti gli operatori pubblici, privati e del volontariato che ogni giorno prestano la loro opera al servizio di tanti cittadini e delle loro famiglie sconvolte dal dramma della droga e della dipendenza patologica”.