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Ospedali italiani sperimentano rivoluzionaria terapia per i malati di Parkinson

Alle Molinette di Torino si sta perfezionando una nuova terapia per la cura del Parkinson. Ad un anno dall'inizio della sperimentazione i risultati sono molto promettenti. Serve per curare i pazienti affetti da Parkinson in fase avanzata.

Uno dei problemi sanitari più impegnativi che i Paesi economicamente e socialmente emergenti si troveranno ad affrontare nei prossimi anni sarà rappresentato dalle patologie croniche della terza e quarta età. Come, ad esempio, la malattia di Parkinson, (www.parkinson.it). I ricercatori della University of Rochester hanno effettuato previsioni riguardo all’aumento di incidenza della malattia di Parkinson nei prossimi 25 anni nelle cinque nazioni più grandi dell’Europa Occidentale (Francia, Spagna, Germania, Regno Unito ed Italia). Secondo le loro proiezioni, il numero di malati di Parkinson raddoppierà. L’incremento dell’incidenza di questa malattia e di altre condizioni croniche è correlato alla crescita economica e sanitaria, nonché all’aumento del numero di individui al di sopra dei 65 anni. Pertanto, in assenza di un appropriato sistema di trattamenti per ridurre la disabilità, le malattie croniche possono diventare in un breve futuro uno dei più rilevanti problemi socio-economici (costi diretti ed indiretti della patologia).

L'ospedale Molinette di Torino e l'ospedale di Alessandria sono stati i primi centri in Italia a sperimentare con successo una nuova e rivoluzionaria terapia per i malati di Parkinson in fase avanzata, denominata Duodopa. Ad un anno di distanza dall’inizio delle somministrazioni, i pazienti finora trattati a livello nazionale sono poche decine, ma tutti con risultati incoraggianti.

L’attività alle Molinette è stata svolta grazie ad un team multidisciplinare, coordinato dal professor Leonardo Lopiano e formato dal Centro Parkinson del Dipartimento di Neuroscienze, dal Dipartimento di Gastroenterologia e Nutrizione Clinica e dalla Radiologia Centrale. E' in uscita su una delle più prestigiose riviste internazionali del settore (“Movement Disorders”) una pubblicazione relativa ai risultati ad un anno, dei primi pazienti trattati con Duodopa. Gli autori fanno parte del Centro Parkinson del Dipartimento di Neuroscienze – dell'ospedale Molinette in collaborazione con il Centro Parkinson degli Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano. La pubblicazione sottolinea il miglioramento dei blocchi motori e dei movimenti involontari, riportando i risultati sulla qualità della vita (significativamente migliorata) dei pazienti trattati con questa nuova strategia terapeutica. Essa permette ai pazienti, altrimenti bloccati a letto e non in grado di deambulare con nessun tipo di terapia, di poter tornare immediatamente a deambulare normalmente con la semplice somministrazione di Duodopa. 

La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa progressiva (con un esordio giovanile nel 10-20% dei casi), che interferisce notevolmente con il grado di autonomia del paziente. La terapia farmacologica consente un discreto controllo della sintomatologia durante i primi anni di malattia. Successivamente compaiono complicanze motorie dovute sia alla progressione della malattia, sia alla terapia farmacologica, a causa delle quali il paziente manifesta durante la giornata gravi fasi di blocco motorio nonostante la miglior terapia possibile. Inoltre compaiono invalidanti movimenti involontari che interferiscono con l’equilibrio e la deambulazione. In questa fase di malattia la disabilità motoria diventa così grave che i pazienti richiedono assistenza continuativa.

Fino ad ora il farmaco più efficace era da sempre considerato la Levodopa. Buona parte dei problemi correlati alla terapia con la Levodopa è però dovuta al fatto che l'unica via di somministrazione è quella orale. Infatti l’assorbimento irregolare del farmaco a livello intestinale limita la biodisponibilità cerebrale diminuendo la sua efficacia, che in fase avanzata di malattia può essere molto ridotta.

La nuova formulazione di levodopa, Duodopa appunto, è una formulazione innovativa per due motivi: 1) permette di erogare la suddetta in modo continuo, direttamente a livello del duodeno attraverso una gastrostomia percutanea (PEG), operazione che permette l’inserimento di una sonda a livello dello stomaco che permette l’erogazione diretta del farmaco; 2) la nuova formulazione consiste in una soluzione gelificata, contenuta in una cartuccia da 100 cc, con una elevata quantità di farmaco in un piccolo volume (al contrario la levodopa è scarsamente solubile in acqua). La cartuccia viene inserita in un sistema di infusione portatile e maneggevole collegato alla PEG attraverso un sondino, che consente di erogare il farmaco in modo continuo ottenendo un netto miglioramento dei blocchi motori e dei movimenti involontari. E' possibile anche somministrare quantità extra di farmaco, qualora fosse necessaria in alcuni momenti della giornata. (Carlo Vigliani/Torino Scienza)