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Premiata la neuroscienziata italiana che negli Usa studia la memória

Tra le numerose donne insignite del VII Premio Internazionale Semplicemente Donna spicca il nome di Susanna Rosi, una scienziata originaria di Castiglion Fiorentino, che ha ricevuto il riconoscimento per la ricerca scientifica.

La scienziata dal 2006 è alla guida del team dell'università di San Francisco che ha scoperto, sperimentandolo per ora sui topi, un trattamento in grado di prevenire i danni cognitivi provocati dall’esposizione alle radiazioni cosmiche e dalle cure antitumorali.

L'abbiamo incontrata in occasione della cerimonia al teatro Mario Spina di Castiglion Fiorentino e le abbiamo rivolto qualche domanda.

- Professoressa  Rosi, quali sono le sue origini?

"Sono nata a Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, da un' umile famiglia di contadini".

Dobbiamo dire che Susanna Rosi tiene molto a ricordare le sue origini, e in effetti nessuno meglio di lei sa quanto la memoria sia importante. Dagli studi universitari in farmacologia a Firenze, fino al suo ultimo articolo pubblicato su Scientific Reports, il cuore della sua attività di ricerca ruota proprio attorno a questo: come salvare la memoria, la nostra memoria personale, quella che ci rende gli individui che siamo.

- Cosa mette a repentaglio la nostra memoria?

"Le minacce sono le più svariate, dalle malattie neurodegenerative a certe terapie antitumorali, fino alla radiazione cosmica alla quale sono sottoposti gli astronauti nello spazio profondo. È proprio cercando un rimedio ai danni inflitti al cervello dai raggi cosmici che il team da me guidato ha verificato l’efficacia di un meccanismo risultato protettivo per le sinapsi. Una verifica sperimentale condotta somministrando una molecola, per ora solo a un gruppo di topolini, ma con lo sguardo già rivolto alle future missioni spaziali umane e alle malattie neurologiche che ci affliggono qui sulla Terra.

I raggi cosmici vengono ricreati con un raggio laser su topolini svegli, mentre sono dentro una gabbietta. Abbiamo irradiato sei gruppi, mentre per il gruppo di controllo, anch’esso dentro la gabbietta, il laser non è stato azionato.

- Cos’avete osservato?

"Durante il trattamento, i topolini sono stati esaminati e non è risultato alcun deficit cognitivo. Dopo 3 mesi sono stati sottoposti a un test di memoria e abbiamo scoperto che i topolini esposti alle radiazioni di elio presentavano deficit di memoria".

- Quali sono i sintomi più rilevanti emersi dai test?

"I sintomi principali riguardano la perdita di memoria: in particolare, i topi non sono capaci di discriminare oggetti che dovrebbero già conoscere.

Come agisce  il principio attivo da voi sperimentato? Uccide le cellule esistenti?

"Sì, il farmaco uccide tutte le cellule della microglia, cioè la  principale difesa immunitaria attiva nel sistema nervoso centrale e i macrofagi nella circolazione. Una volta uccisa la microglia, i precursori che sono nel cervello lo ripopolano in pochissimi giorni, e il cervello torna ad avere una quantità normale di microglia nuova. La nuova microglia non ha più la funzione fagocitica della microglia che era stata irradiata, dunque non danneggia più le cellule circostanti: e così il cervello è salvo.

- Può dirci cosa significa per lei il Premio Semplicemente Donna?

È un riconoscimento molto importante per me che svolgo un'attività un tempo preclusa alle donne come me, che non avevo alle spalle una famiglia accademica. Devo dire grazie ai miei genitori e ai miei fratelli che mi hanno sempre supportato e incoraggiato.  Ricevere il premio nella mia città mi rende ancora più onorata.

Tanti sono stati i sacrifici: dopo il dottorato al Dipartimento di farmacologia a Firenze, sono partita per l’Università dell’Arizona, a Tucson. Da lì mi sono poi spostata a San Francisco, dove sono stata promossa a professor. Se 15 anni fa mi avessero chiesto cosa avrei fatto della mia vita, non avrei mai immaginato che sarei finita a lavorare n una delle tre università più prestigiose degli Stati Uniti. E non avrei nemmeno potuto immaginare che avrei lavorato con la Nasa. Ora sono estremamente soddisfatta della mia scelta, anche se l’Italia mi manca moltissimo.

Dedico questo premio a mia figlia Sofia che ha 7 anni e che, con le mie nipoti Emma ed Elisa, rappresenta il nostro futuro. Dico a loro di non mollare mai e di non fermarsi mai davanti ad un no, soprattutto se questo dipende dal fatto di essere donne".

Fabrizio Del Bimbo 
delbimbofabrizio@gmail.com

Nicoletta Curradi 
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