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Le calde luci dei Presepi Italiani

Quello più grande si trova a Menarola, paesino della Liguria che si affaccia sulle splendide Cinque Terre.  Quello di Laveno Mombello è sicuramente tra i più originali, sommerso dalle acque dal Lago Maggiore. Il presepe vivente più grande del mondo si trova a Genga (Ancona).  Con una superficie di oltre 30 mila metri quadrati all’interno della Gola di Frasassi, e la partecipazione di oltre 300 figuranti provenienti dai vicini comuni, attira quasi 400mila persone ogni anno. Tra Rimini, Cesenatico, Milano Marittima,  tra dicembre e gennaio è possibile invece ammirare  scene della natività realizzate completamente con la sabbia sulle spiagge più belle della riviera.  Rivisondoli,  nota località turistica al centro degli Altipiani Maggiori d'Abruzzo, diventa infine palcoscenico naturale per il "Presepe Vivente" più antico e conosciuto d'Italia (la prima edizione venne  realizzata nel 1951). In uno scenario montano da fiaba, tra le cime innevate dei monti che delimitano il Parco Nazionale d'Abruzzo e della Majella, per tradizione il Bambino Gesù è l'ultimo nato del paese, San Giuseppe è impersonato da un cittadino di Rivisondoli mentre la Madonna viene scelta con una specifica selezione. 

L’Italia a Natale non è solo cibo buono sulle tavole e case colorate da alberi addobbati. Anzi. Il vero segno della tradizione natalizia italiana, è proprio la rappresentazione, su scale diverse, della Natività. Questa usanza ebbe origine con San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione della Natività, dopo aver ottenuto l'autorizzazione da papa Onorio III. Francesco era tornato da poco (nel 1220) dalla Palestina e, colpito dalla visita a Betlemme, intendeva rievocare la scena della Natività in un luogo, Greccio, che trovava tanto simile alla città palestinese. Nella rappresentazione preparata da San Francesco, al contrario di quelle successive, non erano presenti la Vergine Maria, San Giuseppe e Gesù Bambino; nella grotta dove era stata allestita la rappresentazione erano presenti una mangiatoia sulla quale era stata deposta della paglia e i due animali ricordati dalla tradizione.  Ben presto l’opera realizzata da San Francesco si trasformò in un’usanza popolare  e le statuine e gli elementi tratti dall'ambiente naturale, diventarono un rito irrinunciabile. Dalle regioni dell'Italia centrale, pian piano si diffuse in tutta Italia, ma nel Settecento, si formarono le grandi tradizioni presepistiche del presepe napoletano, genovese, bolognese, . Nel Settecento a Napoli si scatenò una vera e propria competizione fra famiglie su chi possedeva il presepe più bello e sfarzoso: i nobili impegnavano per la loro realizzazione intere camere dei loro appartamenti ricoprendo le statue di capi finissimi di tessuti pregiati e scintillanti gioielli autentici. Nello stesso secolo a Bologna, altra città italiana che vanta un'antica tradizione presepistica, venne istituita la Fiera di Santa Lucia quale mercato annuale delle statuine prodotte dagli artigiani locali, che viene ripetuta ogni anno, ancora oggi, dopo oltre due secoli. Nel Settecento si diffuse capillarmente anche l'usanza di allestire il presepio nelle chiese. Alcuni di essi sono sopravvissuti, nonostante i molti furti subiti, e vengono tuttora esposti nel periodo natalizio.

Il presepe napoletano, si  caratterizza per lo sfarzo, la spettacolarità, l'affollamento di figure, l'ambientazione urbana, la riproduzione di scene molto elaborate, come la cavalcata dei Magi. Via San Gregorio Armeno è la strada del centro storico di Napoli, celebre per le botteghe artigiane di presepi. Questa strada,   nota anche come "via dei presepi" ospita botteghe artigianali che realizzano, ormai durante tutto il corso dell'anno, statuine per i presepi, sia tradizionali che originali; solitamente ogni anno gli artigiani più eccentrici realizzano statuine con fattezze di personaggi di stringente attualità che magari si sono distinti in positivo o in negativo durante l'anno. Tra i personaggi del Presepe non mancheranno mai Benito, il pastorello che dorme beato e che si immagina dia origine al presepe sognando; il Vinaio, che ricorda l'eucaristia; il Pescatore ricorda simbolicamente San Pietro; i Venditori (almeno dodici, come i mesi dell'anno) il Fiume (simbolo della vita), le Osterie e il Pozzo. 

Tra i più interessanti presepi napoletani si ricordano [32]: il presepio Cuciniello (Museo nazionale di San Martino), il presepio della Reggia di Caserta, il presepio del Museo Irpino di Avellino, il presepe dell'Abbazia di Montevergine. 

Generoso D'Agnese
Giornalista, ricercatore e autore.
gedag@webzone.it 
Pescara - Abruzzo - Itália